Avviare una pratica di ottenimento di un bonus edilizio non è qualcosa che si esaurisce con l’approvazione della richiesta all’Agenzia delle Entrate, per molti anni è necessario monitorare la situazione e conservare tutti i documenti: il rischio è quello di vedersi annullato il beneficio anche se si rientra nei requisiti previsti dalla legge.
Il corretto mantenimento di un edificio è una necessità personale che non sempre può essere soddisfatta con tempestività. I lavori di ristrutturazione o efficientamento richiedono ingenti somme di denaro che il cittadino potrebbe non possedere e che potrebbero essere di difficile reperimento attraverso finanziamenti da privati.

In un simile scenario appare chiaro che i bonus edilizi che sono stati varati nel tempo rappresentano un’opportunità enorme per riuscire a tenere in buono stato l’edificio o l’appartamento in cui si vive senza dover soccombere alle spese necessarie per farlo. Per ottenerli è necessario innanzitutto rientrare nei requisiti previsti dalla legge e successivamente presentare tutta la documentazione necessaria affinché sia appurata la legittimità dell’intervento e la liceità dei lavori svolti.
Per ottenere la detrazione decennale – dal 2022 l’unica forma di agevolazione per il bonus ristrutturazioni, da sempre per l’ecobonus, e per chi ha presentato documentazione entro il 2023 per il Superbonus – è necessaria una documentazione articolata che si sostanzia in fatture descrittive degli interventi svolti, bonifici parlanti per appurare che è stato effettuato il pagamento anticipato a chi si sta occupando dei lavori, permessi edilizi, comunicazioni agli enti competenti e attestazioni energetiche o specifiche come nel caso del Sismabonus.
Tutta la documentazione può essere presentata in maniera indipendente (qualora si abbia la conoscenza atta a non commettere errori) oppure ci si può affidare ad un Caf o ad un professionista del settore contabilità privato. L’errore piuttosto comune sta nel pensare che una volta completata tutta la trafila, gli obblighi del richiedente siano finiti. Si tratta di un’ingenuità che può costare molto cara.
Bonus Edilizi: ecco quali documenti conservare e per quanto tempo per evitare brutte sorprese
Visto che le detrazioni per questi bonus sono decennali, nel corso dei successivi 9 anni all’approvazione della richiesta i titolari della detrazione sono chiamati a presentare la documentazione necessaria all’ottenimento del bonus insieme alla dichiarazione dei redditi.

Il commercialista o il Caf possono richiedere tali documenti ogni anno per far sì che venga appurata la legittimità della detrazione. Tale richiesta è soggetta a quanto previsto dalla legge che non ammette la singola validità del controllo in agevolazioni fiscali pluriennali. Esiste tuttavia la possibilità che non vengano più richiesti i documenti nel caso in cui il Caf a cui vi siete rivolti ha conservato la pratica e decide di operare un’approvazione automatica.
Anche in questo caso però è sempre bene conservare tutta la documentazione originale, poiché se la pratica venisse smarrita o cancellata per qualche ragione sareste chiamati nuovamente a dimostrare che tutta la procedura è stata eseguita nella maniera corretta ed entro i limiti previsti dalla legge.
Va inoltre considerata la possibilità che nei 5 anni successivi alla fine della detrazione, l’Agenzia delle Entrate possa fare dei controlli e richiedervi nuovamente la documentazione per assicurarsi che non vi siano stati illeciti. Se avete usufruito del bonus quest’anno è dunque opportuno conservare tutto il necessario almeno fino al 2040.





